L’INFLUENZA DELL’AMBIENTE ORGANIZZATIVO SUL BENESSERE DEI LAVORATORI
Il benessere psicologico è un costrutto multidimensionale in cui si integrano l’aspetto fisico e l’aspetto mentale, in relazione a ciò che avviene nell’ambiente circostante.
Per benessere organizzativo si intende la capacità di un’organizzazione di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che operano al suo interno.
Studi e ricerche sulle organizzazioni hanno dimostrato che le strutture più efficienti sono quelle con dipendenti soddisfatti e un “clima interno” sereno e partecipativo.
La motivazione, la collaborazione, il coinvolgimento, la corretta circolazione delle informazioni, la flessibilità e la fiducia delle persone sono tutti elementi che portano a migliorare la salute mentale e fisica dei lavoratori, la soddisfazione degli utenti e, in via finale, ad aumentare la produttività.
Il clima diventa quindi un tema centrale nell’analisi della salute di un’organizzazione, è condiviso dai suo membri, si compone di percezioni e rappresentazioni cognitive, è relativamente stabile nel tempo, è capace di influenzare i comportamenti e può essere usato dai lavoratori stessi come base per interpretare le situazioni e i cambiamenti che sopraggiungono.
RIFERIMENTI NORMATIVI
- Decreto legislativo n. 81/2008
ha introdotto l’obbligo di valutare i rischi stress lavoro correlato (cosiddetto Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro). - Decreto legislativo n. 150/2009
ha attribuito agli Organismi Interni di Valutazione (OIV) il compito di condurre indagini sul benessere organizzativo (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni). - Decreto legislativo n. 33/2013
ha stabilito l’obbligo di pubblicazione dei risultati delle indagini sul benessere organizzativo (cosiddetto Testo Unico in materia di trasparenza delle pubbliche amministrazioni). - Direttiva n. 3/2017 del Presidente del Consiglio dei Ministri
recante indirizzi per l’attuazione dei commi 1 e 2 dell’articolo 14 della legge 7 agosto 2015, n. 124, e linee guida contenenti regole inerenti all’organizzazione del lavoro finalizzate a promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti.
Alla luce di queste riflessioni, dobbiamo ulteriormente considerare come gli ultimi anni abbiano visto un susseguirsi di mutamenti dovuti alle trasformazioni che hanno investito, e che continuano a investire, molte aree del contesto organizzativo.
I nuovi ambienti di lavoro, caratterizzati da funzioni e strumenti così detti “smart”, obbligano a una riflessione sul rapporto tra lavoratore e contesto lavorativo. L’inserimento di tecnologie avanzate prospetta nuovi scenari sui temi di rischio, sicurezza e responsabilità.
Il miglioramento delle performance di un’organizzazione, inoltre, non può prescindere da un’attenta gestione del suo personale.
In un contesto che inesorabilmente corre verso l’innovazione e la sempre maggiore efficienza, deve trovare spazio la promozione del benessere psico-fisico degli individui, che passa anche, e soprattutto, da un ambiente lavorativo ben strutturato.
Quali sono le caratteristiche dell’ambiente organizzativo che permettono di influenzare positivamente il benessere delle risorse che vi lavorano?
In tal senso è possibile intraprendere filoni di ricerca multi sfaccettati, in cui la collaborazione tra professionisti acquisisce un ruolo centrale.
Il focus è la salute secondo la definizione dell’OMS, ovvero intesa
«non come assenza di malattia ma come presenza di benessere fisico, psichico e sociale».
In letteratura c’è un diffuso accordo nel reputare che lo stato di benessere di un’organizzazione derivi da un insieme di criteri.
La nuova sfida consiste nel definire quali parametri, ad oggi, sia fondamentale implementare per garantire buone performance e un ambiente equilibrato.